lunedì 17 dicembre 2012

Alle elezioni meglio soli che male accompagnati

Al voto! Al voto! Finalmente, dopo un anno in ostaggio possiamo finalmente andare alle urne per decidere chi ci governa. Ci andiamo, naturalmente, con la spada di Damocle dei mercati, o almeno questo è quello che ci vogliono far credere.
Ovviamente il PD è favoritissimo per vincere le elezioni, nettamente avanti in tutti i sondaggi e col premio di maggioranza, grazie al Porcellum che ha strenuamente difeso, a portata di mano. E sul carro di Bersani si siederà anche Vendola, dopo una umiliante sconfitta alle primarie, doppiato da Matteo Renzi.
Ma dopo aver vinto le elezioni toccherà anche governare il paese e, possibilmente, uscire dalla crisi. Bersani si è presentato come un socialdemocratico "moderno" (anche se non so cosa questo voglia dire..), con uno sguardo attento al mondo del lavoro. E' proprio questo "odore di sinistra" che ha convinto Vendola ad aderire all'alleanza, anche a costo di rompere con l'IDV e con i Movimenti. Vendola dice bisogna governare con un vero spirito riformista e che questo nuovo governo dovrà mettere in soffitta l'Agenda Monti - e che, naturalmente, non c'è bisogno di nessun accordo con Casini perché l'alleanza di centro-sinistra si deve basare su un programma politico ben chiaro.
A me pare però he Vendola abbia delle idee assai confuse su cosa sarà il programma. Si aggrappa ad una Carta d'Intenti super vaga che ognuno potrà usare a piacere. Vendola richiede, lo abbiamo detto, la fine dell'agenda Monti, sostenuta fino ad ora dal PD. E che il PD non ha intenzione di abbandonare: come ha detto Bersani, la sua agenda è uguale a quella Monti, con qualcosa in più. Bersani vuole dare un ruolo a Monti anche dopo le elezioni (Quirinale o Ministero dell'Economia, comunque un posto di potere vero, non un contentino). E vuole l'accordo con Casini dopo le elezioni - prima evidentemente non deve suonare troppo bene tra gli elettori del PD. Non solo, al Wall Street Journal ha detto molto chiaramente che "Non farò a meno del suo (di Vendola, nda) contributo su questioni come l'ambiente e i diritti civili" ed in caso di disaccordi "il mio partito è stimato attorno al 30 per cento; Sel attorno al 5-6. Abbiamo firmato un accordo nel quale c'è scritto che, in caso di disaccordo, votiamo e la maggioranza vince". Questione chiusa: comanda il PD e si continua con l'agenda Monti. Vendola (e chi nel quarto polo ha ancora voglie di alleanza col PD) se ne faccia una ragione.
E d'altronde perché no? Bersani è fedele alla storia del PD-DS-PDS degli ultimi 20 anni. Nell'ultimo governo hanno votato fiscal compact, riforma del lavoro (e Bersani si oppone strenuamente al referendum che Vendola ha firmato, anzi dice: La riforma Fornero ha aumentato la flessibilità del mercato e ha fatto qualche passo nella direzione di regolare i contratti a termine. Non ne do un giudizio negativo), riforma delle pensioni, aumento dell'IVA, commesse militari. Si dirà, ma c'era la crisi (qualcuno mi deve ancora spiegare perché la crisi vale per tutti ma non per i caccia militari, ma va beh). E allora ricordiamoci di cosa avevano fatto i vari governi Prodi-D'Alema-Amato-Prodi. Riporto da un bell'articolo di Domenico Moro: "Il primo governo Prodi aumentò l’Iva dal 19% al 20%, ridusse gli scaglioni e la progressività dell’Iperf, di cui portò l’aliquota massima Irpef per i ricchissimi dal 51% al 45,5%. Soprattutto diede inizio al processo di precarizzazione del mercato del lavoro italiano con la legge Treu (1997). Tale legge, secondo l’Ocse, ha inciso in termini di deregolamentazione del mercato del lavoro molto più della Legge Biagi, varata dal governo Berlusconi nel 2003. Le privatizzazioni effettuate dal governo Prodi sono state molte di più di quelle effettuate del governo Berlusconi, a partire dalla “madre” di tutte le privatizzazioni, quella di Telecom (1997).....(Durante il secondo Governo Prodi) furono le aliquote dell’Irpef per i redditi più bassi ad essere aumentate, mentre le imposte per le imprese, l’Ires e l’Irap furono diminuite. In particolare, la tanto sbandierata riduzione del cuneo fiscale andò tutta a favore delle imprese. Sul piano della politica estera, l’Italia incrementò il numero dei suoi soldati e dei suoi mezzi offensivi in Afghanistan, dove furono impiegati in vere e proprie azioni di guerra, malgrado le continue smentite del governo". Se non bastasse ricordiamo gli emendamenti a favore dei soldi alle scuole privati, d'altra parte iniziati proprio nell'Emilia rossa sotto l'allora presidenza di, pensate un po', Pierluigi Bersani.
Ecco, questo è il PD con cui si vuole alleare Vendola con la premessa che in tutte le decisioni controverse, il partito di Bersani mostrerà i muscoli e obbligherà SEL alla disciplina, in cambio di un registro per le coppie di fatto e 4 pale eoliche. Importanti, ma al momento, forse c'è anche altro da fare in politica.
Ecco allora che pare giusta, coerente e seria la posizione del Quarto Polo, Rifondazione, Alba e Cambiare #sipuò che rivendicano autonomia programmatica ed elettorale dal PD. Alle elezioni soli, portando avanti un programma radicalmente diverso da quello di Bersani e suoi ed in totale discontinuità con l'agenda Monti ma anche con le politiche neo-liberiste del centrosinistra Anni 90. Solo la costituzione di un Polo numericamente consistente ed una eventuale discussione post-elettorale potrà influenzare veramente il prossimo governo del Paese. Per non ripetere gli errori del passato, per cambiare veramente, per aprire una nuova stagione.



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