martedì 12 febbraio 2013

La vecchia politica di Bersani

Vecchia politica quella del PD. Si, proprio del PD parlo, quello delle primarie che hanno innovato la politica italiana. Ma dato come vanno le cose, queste primarie sembrano sempre più una foglia di fico. Certo, bel dibattito, una campagna per una volta vera, con un vero sfidante (ed uno falso, Vendola, già rassegnato prima e che chiedeva già prima del primo turno di votare poi Bersani al secondo giro, va beh...). Ma poi? Primarie per scegliere i candidati, bene, anche se poi sono arrivati i barbari calati da - e non su - Roma, nelle vesti del listino di Bersani. Legittimo, ma copre un po' il valore della parlamentarie. Tutto nella norma, comunque. Il peggio è decisamente arrivato dopo. Prima si forma Rivoluzione Civile, e cosa succede? Partono emissari (Franceschini) sotto banco che vanno da Ingroia a proporre la desistenza camuffata al Senato: RC non si schiera, e il PD ospiterà due di RC nella sue liste, ma sotto mentite spoglie. Oh! Proprio un bell'esempio di politica trasparente, nuova, pulita. Giochetti di palazzo, come prima più di prima. Fantapolitica? Non direi. La cosa è stata denunciata da Ingroia e nessuno nel PD ha avuto il coraggio di smentire, un motivo ci sarà.
Ma il peggio deve ancora arrivare. Prima a parlare di alleanza col centro, mentre SEL, alleata di ferro del PD, nega. Poi Monti comincia a dar fastidio, ed allora il clima si surriscalda, attacchi anche abbastanza duri al Professore. E poi, dopo un giro a Berlino a farsi benedire da Merkel e Schauble, ecco tornare di moda lo stesso Monti. Si va alle elezioni da avversario, con programmi diversi, ma poi ci si vuole alleare, a prescindere. Qualcuno lo dica a Vendola che sembra l'unico a non essersene accorto. Ed è questa la politica nuova? Chiedere il voto per un programma sapendo di andare comunque a governare con altri? 
Che il PD possa cercare alleati nel caso non abbia la maggioranza in Senato è giusto e legittimo, nelle democrazie parlamentari si fa così. Ma che gli accordi ci siano da prima - come ha ribadito in una intervista al Foglio recentemente il segretario dei socialisti Nencini - beh è un discorso diverso. Allora si va alle elezioni alleati, con programmi chiari. Il PD non può farlo, anche i suoi elettori più fedeli avrebbero qualche problema a votare Monti, Fini e Casini. Ma se li ritroveranno dopo. 
Altro che primarie! Ancora una volta domina la politica di Palazzo, quella tanto amata da D'Alema&C. Una politica vecchia. E perdente.

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