mercoledì 13 marzo 2013

Il Caimano e il Presidente

Eccolo di nuovo, l'immancabile Napolitano. Davanti alla gazzarra organizzata dal PdL a Milano decide di fare il cosiddetto super partes, un colpo al cerchio e uno alla botte, tanto per non farsi mancare mai nulla. Nessun sospetto di accanimento giudiziario è possibile, ma allo stesso tempo è comprensibile la preoccupazione di Berlusconi e i suoi. E la magistratura stia attenta a non sconfinare.
In cosa abbia sconfinato, non si sa. De Gregorio ammette di aver preso soldi per cambiare casacca e sul possibile giro di prostituzione di Arcore - supportato da diverse testimonianze - pare davvero che non si possa non far luce.
Qui l'unico problema sono le minacce di B. Che potrà anche essere arrivato secondo, ma rimane un cittadino che si deve sottoporre al giudizio della magistratura e che, in ogni caso, non sarebbe neppure eleggibile - in tanti firmano su Micromega ma il PD è sordo da quell'orecchio.
Napolitano ha permesso il ritorno in campo di B. grazie al governo tecnico e ora cerca in tutte le maniere di ridargli una sedia al tavolo delle trattative politiche da cui era stato escluso. Addirittura invoca il legittimo impedimento, proprio mentre B. organizza trame e progetti eversivi e sembra davvero giunta l'ora del Caimano. Ed invece di reazioni sdegnate riceve comprensione. Napolitano non ha ancora capito che il suo ruolo non è quello di garante del sistema politico ma di garante la Costituzione, che B. e i suoi strattonano e offendono.
Prima se ne andrà Napolitano, meglio sarà per il Paese.


4 commenti:

  1. PROCESSI INFINITI
    Se il regime riuscirà a liberarsi del Cavaliere, il Popolo Italiano si perderà quei milioni di tasse che paga per mantenere l'immenso apparato statale, i fondi per pagare le pensioni e, tra l'altro, persino quegli stipendi d'oro che ingozzano i suoi stessi inquisitori.
    Attenti Italiani!!! Il regime di nuovo pelo ma di vecchio vizio come il lupo, arriverà persino a farci pagare il canone su quelle emittenti televisive che finora sono ancora in mano ai privati.
    Pensate a Giulio Andreotti. Anni di processi e miliardi di lire spesi per niente.
    Riflettete sul processo Enzo Tortora. I 10 miliardi di risarcimento li abbiamo pagati noi, non gli inquisitori che lo hanno condannato a morte, nonostante che tale pena non sia scritta sui codici.
    Pensate a Pietro Pacciani, il povero contadino di Mercatale che non aveva le risorse per potersi difendere. Anche lui condannato a morte per delle colpe che non aveva.
    Meditate sull'ultima eclatante assoluzione di quella vittima costretta a subire 22 anni anni di carcere. I 60 e più milioni di euro richiesti per risarcimento, li dovremo pagare noi, non quei sedicenti tutori delle istituzioni.
    Pensate a quei tanti suicidi che avvengono nelle carceri del Bel Paese e a quei tanti detenuti che da anni aspettano che si chiarisca se sono innocenti o colpevoli.
    Meditate gente! Meditate in quali mani è finita la Giustizia Italiana!!!
    - da COCOMIND.com - La voce del dissenso

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Più che la voce del dissenso sembra la voce del padrone.

      Elimina
    2. Beh.. se per te avere chiarito che per almeno un periodo (convenientemente fino al 1980) un personaggio piú volte Presidente del Consiglio e Minsitro ha avuto rapporto con Cosa Nostra e "niente", sei proprio raffinato. Io, che sono piu di bocca buona, mi accontento.
      Quando avranno inventato il magistrato con la bolla di cristallo in mano, certi incresciosi errori non accadranno piú. Nel frattempo, rigraziamo che il nostro non é un paese cosí democratico, per cui gli errori giudiziari costano qualche anno di carcere a degli innocenti e corposi risarcimenti. Fossimo in una nazione piu democratica, alcuni innocenti li friggeremmo sulla sedia elettrica prima di accorgerci della loro innocenza.
      Saluti
      Simone Rossi

      Elimina
    3. Vedo che sai usare il copia e incolla...sai fare altro?

      Elimina