venerdì 22 marzo 2013

The Summit. I tre giorni della vergogna


di Giulia Pirrone

Lo scorso 21 Febbraio in una decina di sale cinematografiche italiane e' finalmente uscito The Summit. I tre giorni della vergogna, documentario inchiesta che indaga sulle cause dei violenti scontri e pestaggi avvenuti durante il G8 genovese, che Amnesty International ha definito 'la più grave sospensione dei diritti civili in un Paese occidentale dopo la seconda guerra mondiale'.







Tra speciali in TV, documentari e film su questo argomento ne abbiamo sicuramente visti tanti. Solamente Youtube propone una vasta videoteca (vedi in fondo al post per il black blob) che pur dando la nausea non permette di distogliere lo sguardo e pensare ad altro. Più si vede e si ricorda, e più tornano la rabbia e la voglia di scavare a fondo per sapere e capire com'e' possibile che ciò, che sicuramente non fu un incidente, sia potuto accadere. Com'e' possibile che sia vero che nel mio Paese la polizia abbia commesso atti di tortura su dei civili con l'assenso della classe dirigente?E pur senza sminuire la rabbia di noi spettatori, questo documentario ha qualcosa di diverso rispetto a ciò che in TV o al cinema e' stato già visto, focalizzandosi sui 'perché' nazionali ed internazionali dei disastri.

Come Diaz: Don't clean up this blood di D.Vicari, e' stato presentato fuori concorso alla Berlinale nel 2012 ed ha da allora girato il mondo tra minori Festival cinematografici prima di  trovare un circuito di distribuzione sul territorio nazionale.








Parliamo infatti di un film prodotto con un budget limitato che ha raccolto un centinaio di interviste per ricostruire da un lato il contesto repressivo internazionale di quegli anni ( basti pensare agli scontri durante i global forum precedenti di Nizza, Goteborg e Napoli), e dall'altro per analizzare le responsabilità politiche sul piano nazionale. Si parla di intelligence internazionale infiltrata tra i black bloc, e di 'verità tumulate' (la specialità' della casa), per coprire i responsabili.
In base alle testimonianze raccolte, dai manifestanti vari a membri della squadra mobile, emerge chiaramente che ci fosse la volontà di massacrare a botte il movimento di protesta perché i media parlassero di questo piuttosto che dei temi trattati all'interno del Summit (fra cui la cancellazione del debito di Paesi in via di sviluppo e l'accesso delle popolazioni alle risorse naturali), ed ancor di più che questo sia stato fatto tramite agenti infiltrati. Sono ben diecimila le testimonianze tra civili ed agenti di Polizia che raccontano di aver visto una quindicina di black bloc scappare dalla Diaz poco prima dell'assalto delle forze dell'ordine.

Essendo stati presentati entrambi lo stesso anno alla mostra del cinema di Berlino, Diaz: Don't clean up this blood e The Summit. I tre giorni della vergogna sono stati contrapposti dalla critica, quando in realtà' sono invece abbastanza complementari. Se il primo si limita ad una puntigliosa ricostruzione delle violenze della Diaz e di Bolzaneto, il secondo ne prosegue il discorso analizzando le cause.








E mentre speranzosi attendiamo la sentenza di Cassazione sulle torture di Bolzaneto, se non ne aveste avuto abbastanza di manganellate nello stomaco, vi consigliamo anche qualche Blob per rinfrescarvi la memoria:














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