mercoledì 22 maggio 2013

Don Gallo che una sera d'inverno si toglieva il cappello davanti ai NoDalMolin

Di @MonicaRBedana


A Vicenza è primavera stentata, Don Gallo, e questa volta il magone, e grande, ce l’abbiamo noi.

Perchè senza la tua voce sarà infinitamente più duro far capire che l’Italia è una portaerei che va dalla Dal Molin a Sigonella, passando per Aviano. Farlo capire soprattutto a questo Governo a binario unico su cui si lancia inesorabilmente anche il TAV; a questo centrosinistra che continua a darsi delle gran pacche sui coglioni e, come ai tempi di Prodi, perde occasioni irripetibili per ascoltare la gente, i cittadini.

La piazza di Vicenza sarà più che mai presidio permanente di scambio, di incontro, di dialogo anche grazie a te; la città dove ci si ostina a voler piantare alberi su quel cemento che ci porta inondazioni un giorno sì e l’altro pure, ad opporsi ai Colli trasformati in campi di tiro, ad essere snodo delle operazioni militari di mezzo mondo. Lo dicevi anche tu che qui non c’è crisi di appartenenza perchè apparteniamo a questo territorio da difendere come l’utopia di Galeano, venti passi alla volta che si spostano venti passi in là. E noi dietro, a passo sicuro.
Era una sera di febbraio. Ma sarà sempre primavera a Vicenza, Don Gallo.



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